Non è stato fatto il giro del mondo; per scovarli ci è bastato aprire la porta di casa e fare un giro per la città. Ciò che abbiamo visto è stato devastante: centinaia di famiglie bresciane ridotte in povertà. Con loro Dante, non lo scrittore della Divina Commedia, bensì l’associazione senza fini di lucro presieduta da Massimiliano Sala, che si occupa di dare un supporto alimentare a queste Persone.
Con loro anche David Duffus, presidente dell’associazione culturale FBL che “come circolo culturale – spiega Duffus – nel quadro degli eventi, aiuta l’associazione Dante”.
Duffus, di padre Australiano e madre Bresciana, è tornato in città per promuovere la cucina tradizionale, attraverso il ristorante della sua associazione, e fare volontariato culinario verso chi ne ha bisogno, “istituti scolastici compresi” aggiunge. Così, quando è venuto a sapere del lavoro svolto dall’associazione Dante, ha deciso di aiutarli.
Prezioso anche l’aiuto dato dall’industriale bresciano Stefano Cervati.
Sono centinaia le famiglie bresciane aiutate, “centosettanta famiglie circa – precisa Sala – per un totale di cinquecentodieci assistiti”. Ogni famiglia è tenuta a pagare un contributo pari ad € 5.00, volti interamente a coprire parte delle spese di gestione, e in cambio hanno due pacchi viveri alla settimana contenenti prodotti a lunga conservazione. Con una quota aggiuntiva di € 50.00 annui, inoltre, “è possibile avere anche frutta e verdura, non in calibro, donata da alcune associazioni agricole del territorio”, ci spiega Sala, e a breve sarà anche possibile “distribuire merce farinacea nonostante l’imminente scadenza”.
La parte più difficile in tutto questo lavoro è il finanziamento. Le spese sono tante e “noi, come associazione Dante, – conclude Sala – ci autofinanziamo con la vendita, presso i mercatini, di merce che ci vien donata”.
Cervati aggiunge che “spesso l’acquisto della merce alimentare è effettuato presso associazioni come ad esempio l’ANT (Associazione Nazionale Tumori ndr), così da aiutare due soggetti bisognosi: la ricerca scientifica contro il cancro e le persone che non hanno mezzi sufficienti per vivere”.
Insomma, la buona volontà c’è. L’iperattività e l’entusiasmo dei volontari pure. Ora si spera solo in maggiori donazioni, affinché si possa continuare ad essere “operatori del bene” verso chi ne ha più bisogno.