La mattina al bar Perseo in Piazza Signoria. Nel tardo pomeriggio al Palazzo Guicciardini di Firenze. Il giornalista economico Massimo Lucidi oggi a Firenze per avviare il suo evento, il Salotto dell’Eleganza (salottodelleleganza.it), lo spazio esclusivo per un’originale conversazione elegante, appunto, che quesa edizione ha visto la collaborazione di Affidaty.


Molti gli ospiti presenti, Filippo Gucci, nipote dell’omonimo fondatore, Stefano Cervati, industriale bresciano, e Pasquale Cataldi, immobiliarista fiorentino, i quali hanno conversato con Leonardo Foschi A.D. di Flor’s, Enzo Ulturale, figlio del fondatore di Ulturale Cravatte, Giancarlo Auriemma responsabile commerciale di Ulturale Cravatte, Massimiliano Sorvino stilista e fondatore di Sartoria Italiana e Langella Alessandro di Karl Mo Moo.


Ogni ospite con la propria eleganza, seduti nei salotti del Palazzo Guicciardini, ha portato la propria esperienza di classe all’evento, moderato dalle stesso Lucidi, il quale ha subito rotto il ghiaccio introducendo, breviter, Sartoria Italiana. Successivamente ha chiesto allo stilista Napoletano di raccontare la storia della sua azienda. Sorvino, orgogliosamente, precisa subito che la sua è una “sartoria artigianale” che produce per il “90% in Italia, da cui il nome”. La volontà dello stilista è sempre stata quella di produrre “abiti sartoriali da uomo di qualità, con manifattura italiana e ad un prezzo al pubblico accessibile a tutti”, ed è riuscita a realizzarla con l’apertura di Sartoria Italiana, creando un modello di business basato “sullo studio delle materie prime e sulla massima attenzione alle esigenze di mercato”. “Oggi sposarsi per un giovane – precisa Sorvino – non è facile proprio a causa delle grandi spese a cui si va incontro, e per me è una grande soddisfazione sapere che, grazie al nostro impegno, uno Sposo può prepararsi al giorno più importante della sua vita vestendosi al massimo della qualità e dell’eleganza senza vedersi il portafoglio notevolmente alleggerito”.


Incuriositosi, Lucidi lancia la palla al Direttore Commerciale Lauro, chiedendogli quali strategie avessero impiegato per “creare questo modello di business”. Lauro indica i tre fattori principali determinanti il loro successo: “1. L’abilità commerciale di Sorvino”; 2. “La creazione di mirate campagne pubblicitarie, anche social”; 3. “Molti sacrifici e duro lavoro, tanto che siamo aperti 24/7”. Paragona, poi, la volontà di Sorvino al pioniere del fast food, Ray Kroc, quando con “Mac Donald vendeva Hamburger a 15 cent. Ecco, noi vendiamo un abiti completo e di qualità italiana a 99,99€”. Due modelli imprenditoriali simili, avviati con lo scopo di servire, uno nel cibo l’altro nell’eleganza, coloro che di censo non abbondano. Due modelli entrambi vincenti. E questo perché entrambi i modelli imprenditoriali sono basati sulla “maniacale attenzione verso l’acquisto delle materie prime e sul duro lavoro – conclude Lauro – con il fine di offrire al pubblico un prodotto di qualità ad un prezzo fuori mercato”.