Quando la transizione diventa conversione ecologica

 

Scrivere di transizione ecologica durante una guerra combattuta con armi di ogni tipo, con il sangue di popolazioni civili, che distrugge le vite, la pace di famiglie, bambini generazioni, per me non è possibile. La Guerra è la madre di tutte le politiche insostenibili del Pianeta. E qualunque cosa si dica o si faccia, di fronte ai morti innocenti, diventa fuori luogo. Esistono Politiche e Politici insostenibili che vanno messi al bando per il bene dell’umanità. Ma scrivere oggi di sostenibilità nel giorno in cui il mondo apprende della morte di Mikhail Gorbaciov suscita in me un sentimento profondo di riconoscenza e gratitudine. Se la guerra è la madre dell’insostenibilità di sistema, Gorbaciov, di fatto padre del disgelo e del disarmo nucleare è il padre di un mondo sostenibile. Di fatto un visionario che seppe dare al suo Paese un grado di libertà e democrazia che oggi a oltre 30 anni si è tragicamente perso in Russia.
Io ho vissuto il 1989, ma ricordo benissimo grazie all’educazione in Famiglia, grazie ai miei nonni quei formidabili anni 1983/1986, quando il mondo imparò a riconoscere Gorbaciov oltre le coltri invalicabili della Cortina di ferro. Quanta Speranza di Libertà ben riposta in un Signore che avrebbe voluto forse solo riformare lo Stato ma che contribuì ad abbattere il sistema comunista, un gigante che si dimostrava incapace di adattarsi al mondo in cambiamento. Ma Gorbaciov dall’alto del suo ruolo di Segretario del Pcus e Presidente dell’Urss non riuscì. Le politiche che oggi si direbbero sostenibili di “perestroika” e di “glasnost” – riforme economiche e politiche e trasparenza – richiedevano condivisione e partecipazione dal basso. Come diciamo noi, oggi, grazie a Citizen Platform di Unesco: i cittadini imprenditori e consumatori svolgono un ruolo da protagonisti nell’edificazione di una società sostenibile. I cittadini non lo capirono. Forse per troppo tempo sudditi, forse per ancora altro tempo a rischio fame e povertà, i suoi non capirono Gorbaciov… che viceversa è stato tanto amato in Occidente. La transizione dal Comunismo al Libero Mercato avrebbe richiesto ben altro… un rapporto diverso e originale capace di coinvolgere il Cuore e la Ragione nel mondo e invece prevalsero interessi particolari, specie in Occidente e Gorbaciov vero Signore e Galantuomo in Politica si trovò scalzato da ben altri figuri, Boris Eltsin in primis. Ed oggi se mutuiamo contesti e scenari i temi sono gli stessi. Abbiamo bisogno di protagonismi dal basso. Di partecipazione. Non basta la transizione dirigista dell’economia. Occorre la conversione dei singoli perché la sostenibilità conviene a tutti e costruisce un futuro bello e carico di Speranza. Bene Grazie a Gorbaciov sono riuscito a riprendere fiato. E cosa volevo dire? Giusto un caso sul territorio di un imprenditore che ha fatto della sostenibilità la sua conversione personale e aziendale: un gruppo aziendale, una corporate identity, un modello di business convertito dal territorio, dal food, dai servizi a imprese e persone al benessere del territorio e delle persone. Gia dai nomi. Romano Solai, 59 anni trentino-senese innamorato della Toscana e del Paese è a capo di Sovean Group che ha in pancia diverse società tra cui Ricarica perchè si legge nella corporate identity il gruppo punta a rigenerare le connessioni sociali affettive ed economiche sul territorio nel rispetto del prossimo e dell’ambiente. Se non è questa la conversione dei singoli… Occorre la visione della politica. Occorrebbe oggi come ieri in Italia come in Russia come nel mondo, perestroika (e glasnost) per crescere e migliorarsi.

Massimo Lucidi

Ideatore Stati Generali della Sostenibilità