E se dopo il Pret a Porter nascesse un’eleganza diffusa 4.0?
Altro che caso Zara.
È di queste ore una mia riflessione che voglio condividere con voi, e l’idea nasce dal servizio sartoriale messo a disposizione dei clienti da una “nota sartoria industriale” che ha aperto negozi in tutto il mondo: Sartoria Rossi.
Con abiti eleganti stupendi maschili in vetrina sollecita l’avventore, il cliente che passeggia per le strade del centro, ad entrare per avvalersi del servizio sartoriale.
E che cos’è se non Marketing?
Perché da che gentiluomo è gentiluomo, e da che mondo è mondo, un negozio ti prende le misure dell abito, la piega dei calzoni, la piega della manica facendoti delle correzioni.
Ma il fatto di chiamarsi Sartoria Rossi(ndr) rappresenta meglio di ogni altra cosa il valore unico di cucirti addosso un vestito.
E se nelle stesse ore il tuo assistente personale si rivolge a: Sartoria Italiana Massimiliano Sorvino, che ha un nome ancora più impegnativo, ancora più emozionale ed una responsabilità sociale più alta, poiché è nazionale e di bandiera e paga per questo servizio non 600€, ma, 100€ capirete bene che la riflessione è da fare, perché il mercato stesso ti induce a fare questa riflessione.
E cosa si può dire allora oggi?
Che il valore della Sartorialità è un valore identitario dell’eleganza, è un valore italiano, perché c’è un piacere di cucire addosso alle persone, che è un valore competitivo del Made in Italy.
Ciò che invece guasta e se noi perdiamo questo valore o ne compromettiamo la qualità, la scelta dei tessuti, i colori, banalizzandolo, o peggio ancora cinesizzandolo.
Attenzione allora, perché bisogna mettere i riflettori su questo marchio per capire se può adire ad un riconoscimento internazionale come il Premio Eccellenza Italiana, come il Salotto dell’eleganza.
In altri termini, complimenti a chi ha avuto l’idea di registrare un marchio che si chiama Sartoria Italiana Massimiliano Sorvino, perché è un bel sounding.
Ma attenzione sempre all’ esserlo, poiché la voglia di conoscere i sarti che cuciono gli abiti, i sarti che prendono le misure addosso ai clienti realizzando capi unici per poi spedirli, altro che Premio Eccellenza Italiana o che raccontano il Salotto dell’eleganza.
Se scelgono i tessuti giusti, se sanno raccontare la loro esperienza di lavoro e la scelta dei capi ed il loro business model, ebbene questi altro che Premio Eccellenza Italiana, meriterebbero il Nobel per l’economia, perché salvaguardano una grande tradizione italiana.